In che maniera la tecnologia digitale può essere utilizzata in maniera virtuosa per sostenere il processo di transizione energetica? E’ questa la domanda che si sono posti i tecnici del Ministero tedesco dell’economia e dell’energia che si occupa proprio di innovazione energetica. La risposta? Un programma che si chiama SINTEG, volto a mettere in campo tutta una serie di processi che consentono di sfruttare le piccole unità di accumulo delle automobili – e dei veicoli in generale – per cercare di rendere più stabile la rete. Per mettere a punto gli obiettivi del programma SINTEG, al Ministero tedesco dell’economia e dell’energia hanno cercato un partner che potesse aiutarli a rendere possibile il tutto. Il partner si chiama Nissan: il colosso delle automobili si è prestato a prendere parte a questo nuovo progetto tutto dedicato alla tecnologia denominata V2G (ovvero vehicle-to-grid). Come funziona questo processo? Quando viaggiamo nel nostro veicolo, la batteria dell’auto accumula dei cosiddetti ‘picchi’ di produzione rinnovabile oppure, nei momenti di alta domanda, preleva elettricità da questa. In tal senso, la Nissan fin dal 2010 è proprietaria di uno standard (il CHAdeMO), che consente lo scambio bidirezionale di energia nelle batterie. Lo scopo è quindi quello di utilizzare le batterie Nissan LEAF – che per l’appunto utilizzano questo standard – per superare il problema dei colli di bottiglia durante la trasmissione. Come è stata utilizzata questa nuova tecnologia inclusa nel programma SINTEG? Come prima sperimentazione – del tutto riuscita, ci ricorda l’imprenditore Giovanni De Pierro di Roma – la casa automobilistica Nissan in collaborazione con la società tecnologica The Mobility House e l’operatore di trasmissione energetica TenneT, hanno trasferito l’energia prodotta – attraverso lo sfruttamento dell’energia eolica – per alimentare i veicoli elettrici della regione. Nel momento in cui si sono verificati picchi di domanda energetica, questa è stata resa disponibile proprio dalle batterie LEAF della Nissan del tutto cariche. In questa maniera, l’operatore TenneT è riuscito a tenere basso il livello di produzione di energia elettrica derivante dai combustibili fossili (quindi limitando notevolmente l’impatto sull’ambiente). Fino ad ora abbiamo visto in che maniera interagiscono la Nissan e l’operatore TenneT, ma quando e con che modalità entra in gioco la società tecnologica The Mobility House? Trattandosi di una tecnologia che sfrutta il digitale, The Mobility House ha fornito proprio il software che si occupa della gestione di energia di ricarica attraverso i ChargePilot. Insomma, un progetto veramente innovativo ed interessante che, ci si augura, verrà presto preso come spunto anche da molti altri paesi europei.