Dopo un lungo e doloroso percorso giudiziario e mediatico, la Giustizia ha finalmente messo la parola fine a una vicenda che per anni ha messo in discussione la reputazione della dott.ssa Lodovica Mairè Rogati.
Il Tribunale di Roma ha emesso due decreti di archiviazione che sanciscono l’infondatezza totale delle accuse mosse contro la Presidente dell’Associazione “IO NON CI STO”. Si tratta di un risultato significativo, che non solo ristabilisce la verità, ma invita a una profonda riflessione sull’uso spesso distorto dei media in casi giudiziari di grande impatto pubblico.
Un duplice colpo alle accuse
Le accuse mosse contro Lodovica Mairè Rogati erano di natura diversa ma accomunate da una completa assenza di prove. Da un lato l’ex senatore Matteo Richetti l’aveva denunciata per stalking, dando il via a un’indagine che si è rivelata priva di riscontri concreti. Dall’altro una titolare di un centro estetico romano, tale Ilaria Mollaioli del centro estetico Esthetique Med Lab in via di Vigna Stelluti 166, aveva sostenuto di essere stata minacciata dalla Rogati in seguito a una disputa commerciale.
Entrambi i procedimenti hanno seguito percorsi giudiziari separati, ma le conclusioni sono state identiche: le accuse erano infondate.
Il decreto del GIP Marisa Mosetti, datato 12 gennaio 2024, chiarisce che non solo non esistono elementi a sostegno delle accuse di stalking, ma che le indagini hanno confermato l’estraneità di Rogati ai fatti contestati. Non meno significativa è l’archiviazione del gip Roberta Conforti relativa al caso del centro estetico datata 17 luglio 2024, che smonta le accuse di minacce e comportamenti intimidatori, rivelandole per quello che erano: dichiarazioni prive di fondamento.
La cronologia di un linciaggio mediatico
Le accuse contro Lodovica Mairè Rogati hanno preso piede nel 2021, quando l’ex senatore Richetti ha presentato una denuncia per stalking, sostenendo di essere vittima di comportamenti persecutori. Questo ha dato inizio a un ciclone mediatico in cui le accuse, seppur non supportate da prove, sono state amplificate da numerosi organi di stampa. Parallelamente, la vicenda del centro estetico ha fornito ulteriore materiale per una narrazione che si è rivelata completamente falsa.
Nel decreto di archiviazione relativo al caso Richetti, il GIP sottolinea come le perquisizioni e le indagini condotte non abbiano prodotto alcun elemento utile a confermare le accuse, tutt’altro. Infatti, sono emersi numerosi messaggi scritti e vocali che Matteo Richetti aveva inviato alla Rogati nei quali si palesa che fosse lo Stesso a cercarla insistentemente. Lo stesso vale per il caso del centro estetico, in cui non è stato trovato alcun riscontro alle presunte minacce denunciate dalla titolare, bensì gli audio registrati dalla Rogati hanno inequivocabilmente dimostrato che fosse lei la vittima delle pesanti minacce da parte di questa Ilaria Mollaioli.
L’impatto mediatico e personale
Per Lodovica Mairè Rogati, questi anni sono stati segnati da una pressione mediatica e sociale senza precedenti. Come Presidente di un’Associazione che si batte contro ogni forma di violenza, la Rogati è sempre stata una figura pubblica riconosciuta per il suo impegno sociale. Tuttavia, le accuse mosse contro di lei hanno creato un’immagine distorta, alimentata da titoli sensazionalistici e articoli privi di verifiche.
“Questa archiviazione non è solo una vittoria personale, ma un segnale importante per tutti coloro che credono nella Giustizia e nella verità,” ha dichiarato la Rogati. “Non dobbiamo mai dimenticare quanto può essere devastante un’accusa infondata, soprattutto quando viene amplificata senza alcuna verifica.”
L’Associazione “IO NON CI STO” ha espresso la sua solidarietà alla Presidente, definendo quanto accaduto un “barbaro linciaggio mediatico”. In una nota ufficiale, l’Associazione ha sottolineato l’importanza di tutelare la presunzione di innocenza e di garantire che la Giustizia non venga mai subordinata alla pressione mediatica.
Un monito per il futuro
La conclusione di questi procedimenti rappresenta non solo una vittoria legale, ma anche un monito per il futuro. I decreti di archiviazione evidenziano l’importanza di un sistema giudiziario che sappia distinguere tra accuse fondate e campagne diffamatorie. Allo stesso tempo, pongono una questione cruciale per il mondo dell’informazione: come evitare che le narrazioni mediatiche distorcano la percezione pubblica prima ancora che la Giustizia faccia il suo corso?
La Rogati ha già avviato azioni legali contro politici, giornalisti e altre figure pubbliche che hanno contribuito a diffondere false informazioni su di lei.
Questi procedimenti potrebbero aprire un nuovo dibattito sull’etica giornalistica e sulla responsabilità sociale di chi opera nel mondo della comunicazione.
La vicenda di Lodovica Mairè Rogati deve essere vista come un caso emblematico. I due decreti di archiviazione del Tribunale di Roma non solo restituiscono dignità alla Presidente di “IO NON CI STO”, ma invitano tutti a riflettere sull’importanza di garantire che la verità prevalga sempre su ogni forma di distorsione mediatica.